
da "Amore e bramosia" di Sauro Tronconi
Guarire se' stessi.
Nel primo discorso pubblico del Buddha, tenuto al parco dei cervi nei pressi di Sarnath vicino Varanasi nel 528 a.C. Egli indica chiaramente sia la causa che come, secondo la sua visione, porre rimedio alla sofferenza inutile e provocata per azioni inconsapevoli e ripetitive.
La sofferenza è reale ed esistenziale per lo stato umano, il cominciare a vederne le cause genera già una condizione di avanzamento spirituale, il mettere in pratica delle azioni per non riprodurla è conseguente.Una delle vie indicate per non riprodurre sofferenza è il comprendere la brama generata dal desiderare, una delle vie per agire su questa brama è iniziare a staccarsi dal processo del desiderare.
Esistono molte vie per fare questo, alcune sono adatte a certuni, altre ad altri, per molti individui in epoche passate, la disciplina e la rinuncia cosciente sono state strategie importanti, ma per altri le stesse strategie si sono dimostrate disastrose creando più sofferenza ed alienazione.
Quale via percorrere per dare a più individui possibile la possibilità di comprendere questo piano fondamentale di evoluzione sia individuale che collettivo, quale via per far comprendere agli abitanti attuali del mondo che l’evoluzione interiore, il progresso interiore è la vera fonte dell’esistere e della felicità ,quando ogni spinta va nella direzione opposta, quando la nostra società si basa proprio sul continuo processo del desiderio instillato continuamente, urlato in ogni angolo del pianeta, ove la soddisfazione e l’appagamento sono totalmente legati all’avere e non più all’essere, dove l’economia la ricchezza e la scienza dipendono dai bisogni instillati nelle masse.
Quello che diceva il Buddha non può essere letto oggigiorno nella maniera corretta, l’uomo contemporaneo leggerà quelle parole come un invito alla rinuncia, alla repressione dei desideri, delle passioni, dei bisogni, egli lo interpreterà attraverso la visione che ha adesso di se stesso, attraverso la modalità di intervento che conosce...rabbiosa, violenta, male o bene ecc...nessuno di questi uomini vorrà rinunciare ad essere nell’unico modo che conosce a meno che le circostanze della vita non lo costringano a guardare le cose in modo diverso, ma così facendo nulla mai cambierà. Quelle antiche parole possono anche essere ascoltate in modo diverso, con amore e rispetto verso se stessi e allora non sarà più reprimere o cancellare o evitare, ma comprendere e vivere consciamente le nostre pulsioni e i nostri bisogni in modo da trasformare la sofferenza prodotta dalla cecità della brama e del continuo disperato desiderare, in gradini per la nostra soddisfazione quotidiana.
Tratto da "Amore e bramosia" di Sauro Tronconi
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