
Parte centrale del maṇḍala Garbhadhatu (胎蔵界, taizōkai), rappresentazione metafisica del mondo dei Cinque Re della Saggezza; Vairocana Buddha è la figura centrale, circondata da quattro Buddha e quattro Bodhisattva.
Buddhismo Shingon (un breve estratto)
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Il nome giapponese Shingon (真言, Shingon in cinese "vera parola", traduzione del sanscrito mantra) si riferisce alle branche giapponesi del buddhismo tantrico. Sebbene nei testi di origine indiana il termine conosca anche un utilizzo più generale, oggi in Giappone indica esclusivamente i lignaggi che risalgono a Kūkai, denominati Shingon-shū. Il termine alternativo Kongōjō (金剛乗, Kongōjō "veicolo di diamante", calco del sanscrito vajrayāna) conosce un uso molto limitato, attestato quasi esclusivamente nei testi antichi, ma è stato recentemente enfatizzato soprattutto da chi ha voluto mettere in luce le analogie con le scuole tantriche del Buddhismo Tibetano.
l Buddhismo Vajrayāna poggia le sue fondamenta sui rituali e le pratiche meditative rivolte al raggiungimento dell'Illuminazione; secondo lo Shingon, l'Illuminazione non è una realtà distante, tale da richiedere innumerevoli reincarnazioni, ma un obiettivo raggiungibile nella vita attuale, coltivando il potenziale spirituale (Natura-Buddha), innato in ogni essere vivente. Con l'aiuto di un buon maestro e allenandosi a controllare il corpo, le parole, e la mente, è possibile liberare questo potenziale per il beneficio proprio e altrui. Il "motto" della scuola è perciò «diventare Buddha in questa vita, con questo corpo» (sokushin jōbutsu gi, 即身成仏義
Il mondo come testo
Kūkai sostenne, così come già nella scuola Kegon, che tutti i fenomeni del mondo fossero "simboli" o "lettere" e che quindi il mondo stesso fosse un testo; mantra, mudra e maṇḍala costituiscono il "linguaggio" attraverso il quale il Dharmakāya (cioè la Realtà stessa) si esprime.
Pratiche
Oltre a recitare mantra e visualizzare mandala, durante le meditazioni si addestra il corpo a mantenere posizioni simboliche dette mudra.
Kūkai, inoltre, è tradizionalmente considerato l'inventore del sillabario giapponese (kana).
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